Salute: continuita’ cure, promossi ospedali e Asl. Rimandati medici base

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(askanews) – Roma, 10 gen – Sulla integrazione delle cure e lacontinuita’ assistenziale Asl e ospedali promossi – ma conqualche riserva – e Medici di famiglia rimandati a settembreper ancora scarsa integrazione con gli altri professionistisanitari. E’ in estrema sintesi il quadro offerto dallaRicerca su ”Misurazione e valutazione dell’integrazioneprofessionale e sulla continuita’ delle cure” promossa dallaFIASO (la Federazione Italiana delle Aziende Sanitarie edOspedaliere) e condotta dalla stessa Federazione inpartnership con il CERGAS della Bocconi. Uno spaccato quantomai attuale dopo l’approvazione del cosiddetto ”decretonesanita”’, che chiede ai medici di medicina generale diaggregarsi e di ”dialogare” maggiormente con i ”colleghi”ospedalieri per garantire una presa in carico integrale delpaziente, prima durante e dopo il ricovero.

La Ricerca, presentata a Roma, costituisce la seconda fasedel Laboratorio FIASO sul Governo del Territorio ed analizzail livello di integrazione delle cure tra medici di famiglia,ospedalieri, specialisti ed infermieri per tre patologiecroniche che richiedono una prevalenza di cure sulterritorio: diabete in pazienti con danno d’organo,insufficienza respiratoria grave connessa a broncopolmonite,tumori in fase avanzata seguiti in Assistenza DomiciliareIntegrata.

Il primo risultato dell’indagine – condotta su uncampione di Asl rappresentativo – e’ che ad inciderepositivamente sulla integrazione di medici ed infermieri esulla continuita’ assistenziale percepita dai pazienti nonsono tanto i diversi modelli organizzativi quanto piuttostola presenza fisica dei professionisti nella stessa struttura,la gravita’ della condizione clinica dei pazienti e lamaggiore apertura degli stessi professionisti versol’integrazione.

Gli indici di integrazione diventano pero’ variabili seapplicati a medici di famiglia e specialisti, soprattutto acausa della frequenza degli scambi informativi, mentre e’buona, sia per gli specialisti che per i medici di medicinagenerale, la condivisione dei percorsi terapeutici. Decisamente insufficienti invece i sistemi informativiadottati da tutti i professionisti: solo il 2% utilizza lamail mentre la forma di comunicazione piu’ utilizzata restaquella della cartella clinica o di altri strumenti cartaceiportati direttamente dal paziente al momento della visita.

Riguardo l’offerta dei servizi delle aziende sanitarie eospedaliere, anche se con elevata variabilita’, tutte hannostrutturato percorsi organizzati per il diabete, pur con unarilevante componente ospedaliera rappresentata dai centriantidiabetici. Mentre, per le insufficienze respiratoriegravi, quasi tutte le aziende presentano percorsidiagnostico-terapeutici formalizzati ma sbilanciati sul ruolodelle unita’ pneumologiche ospedaliere, con una scarsaintegrazione tra queste e l’ambito territoriale.

Integrazione quasi assente per i pazienti oncologici per iquali tutte le aziende garantiscono pero’ una elevataintensita’ assistenziale, percepita positivamente daipazienti. Nella scala da 0 a 5 l’indice di continuita’assistenziale percepita e’ infatti pari a 4,42 per i pazientioncologici, contro il 3,45 di quelli pneuomologici e il 3,52dei diabetici. Valori – evidenzia l’indagine – che non sonopero’ correlati all’effettiva integrazione dei professionistie agli sforzi compiuti dalle aziende per garantire launitarieta’ del percorso diagnostico-terapeutico. A prevalerenel giudizio sono infatti quasi esclusivamente i rapportiinterpersonali – se non affettivi – tra medico e paziente.

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